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20/01/18

è vitale è urgente togliere le pensioni d'oro e dare una pensione decente a pensionati con un reddito basso, 780 euro è il minimo per vivere ,il reddito di cittadinanza

È curioso che la nostra proposta di dare una "pensione di cittadinanza" a chi vive sotto la soglia minima di povertà, di cui ho parlato ieri mattina, venga derisa proprio dai parlamentari del PD, cioè dai rappresentanti di quel partito che in teoria dovrebbe dimostrare una certa sensibilità verso temi come la povertà e l’emarginazione sociale. Ma evidentemente l’unico tema a cui sono rimasti sensibili sono i loro privilegi.
Se queste persone si tagliassero lo stipendio o rinunciassero al vitalizio, come abbiamo fatto noi del MoVimento 5 Stelle, trovare le coperture per dare una pensione decente ai tanti anziani che non arrivano a fine mese non sarebbe un problema. Io sono stufo di un Paese in cui i soldi per i vitalizi e gli stipendi d’oro ci sono sempre, mentre per i cittadini non ci sono mai e non accetto di vedere un anziano che dopo una vita di sacrifici non può nemmeno fare la spesa o comprare le medicine. E questa non è retorica: qualche settimana fa sono stato all’associazione Pane Quotidiano a Milano e ho visto con i miei occhi tanti pensionati fare la fila per mangiare un pasto caldo.
La nostra proposta è una risposta concreta a tante situazioni come queste: è un’integrazione per un pensionato che ha un assegno inferiore ai 780 euro mensili o ai 1170 euro se si tratta di una coppia. E’ una misura contenuta dentro il reddito di cittadinanza e le coperture ci sono, le presenteremo domenica a Pescara insieme a tutte le altre. E’ una misura realizzabile, con buona pace di quelli del PD che continueranno a dire che non si può fare.

Bagarre a Dimartedì (La7) sul tema dei vitalizi. Il dibattito in studio si accende quando l’ex deputato del Pdl, Giuliano Cazzola, dissente dall’intervento del direttore de La Verità, Maurizio Belpietro, che osserva: “La questione di vitalizi non è affatto demagogica. Se oggi abbiamo uno dei più alti debiti pubblici, lo dobbiamo anche a una classe politica del passato, che si è fatta delle leggi che hanno favorito il proprio vitalizio. A differenza di tutti gli altri lavoratori, che non si sono fatte le leggi, ma le hanno subite, come la legge Fornero, molti politici percepiscono la pensione avendo fatto in Parlamento 5 anni, o qualche volta addirittura meno. Io credo che questo sia ingiusto”. Piccata la reazione di Cazzola: “I giornalisti hanno adottato il contributivo pro rata soltanto dal 2017. E sono quelli che vengono dopo i notai come importo della pensione”. “Sì, ma se la sono pagata” – replica Belpietro – “C’è una differenza”. “Mi lasci finire” – ribatte l’ex parlamentare – “Macché se la sono pagata, si figuri. Vanno in prepensionamento a 58 anni coi soldi suoi. E questa cosa i giornalisti non la scrivono mai”. “Tutti vanno in prepensionamento” – risponde, sorridendo, il giornalista – “Lei sa benissimo che ci sono alcuni parlamentari che hanno fatto 5 anni e non c’è giornalista o notaio o qualunque altro lavoratore che percepisce una pensione a 5 anni e a 50 anni. Ma di che sta parlando, Cazzola? La smetta di fare polemiche demagogiche”. “Belpietro, si vergogni”, controbatte Cazzola. “Si deve vergognare chi prende 3 pensioni e ha fatto il parlamentare per 5 anni, ma di che parla?”, rincara Belpietro, tra gli applausi del pubblico. Interviene anche la deputata M5S, Carla Ruocco: “Si sta discutendo di un banale concetto: la legge deve essere uguale per tutti. E invece per chi fa le leggi c’è una legge privilegiata perché con prepotenza si insabbiano i progetti di legge che vogliono portare tutti i cittadini allo stesso livello. E dico un dato: i vecchi vitalizi ci costano 200 milioni di euro e li pagano i poveri pensionati, anche quelli che prendono 500 euro al mese”. “Sa quanti costano le pensioni baby? Nove miliardi e mezzo ogni anno. E questi non sono privilegi?”, replica, furioso, Cazzola. “E quindi i parlamentari devono continuare a tenersi un privilegio?”, ribatte Ruocco

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